Mangiare “on the road”
La vita del “commesso viaggiatore”, usando un termine oggi desueto ma che rende bene, è costellata di pranzi e cene in solitaria (molto spesso purtroppo) dove le uniche attenzioni sono riservate a cosa mettiamo sotto i denti.
Partiamo dalla ricerca del locale, in funzione di parametri quali:
- Parcheggio comodo;
- Vicinanza all’albergo (tendenzialmente salvo rare eccezioni sconsiglio la cucina degli alberghi dove dormite) specialmente se oltre alla ricerca del buon cibo si desidera abbinare del buon vino;
- Ambiente vivo (già è triste mettersi a tavola da soli, se poi lo si fa in un locale triste di suo …) e ricco di suoni e colori;
- Tipologia di cucina (carne, pesce, prodotti locali, etc….)
- In ultimo il prezzo medio delle pietanze, non perché non sia un elemento importante ma perché se con la vita che conduce il buon “commesso viaggiatore” si finisce anche a cibarsi solo con l’ottica di spendere poco, oltre a non provare alcun piacere per la gastronomia si finisce anche con l’avere qualche problema di salute.
Come potete dedurre quindi gli elementi per una ricerca del locale “perfetto” sono innumerevoli e spesso si finisce per accontentarsi di rispettarne anche solo alcuni, diciamo il 4) ed il 5) che sono poi i principali. Desidero sfatare anche il mito per cui il pesce lo si mangia solo al mare, dato che nel corso della mia “carriera” ho avuto la fortuna di imbattermi in più di un locale in zone dove il mare lo vedono tendenzialmente in cartolina, ma che di capacità nel ricercare una ottima materia prima e sapienza ed estro nel saperla trattare non hanno nulla da invidiare ai più rinomati locali della costa.
Ad esempio c’è il caso di una simpatica trattoria nella zona industriale di Bolzano gestita da un signore che ha saputo andare a cercare il miglior pesce fresco, molluschi e crostacei provenienti dall’Adriatico ed unirli a semplici ricette che esaltino il loro sapore originario, senza strani inquinamenti o inutili coreografie. Sua capacità è stata anche quella di sapere consigliare i vini appropriati non solo che la materia prima ma con il tipo di preparazione che la cucina ha dato di quei sapori.
Ora non pensiate che per quelli della mia categoria ci sia solo la ricerca del ristorante perfetto, siamo abituati anche a saltare il pranzo o a prendere al volo un panino, ma anche qua con i sottili distinguo, c’è sempre panino e panino.
Casi eclatanti sono quelli della categoria “eat street” dove il panino alla porchetta e cipolle caramellate sono dei rari casi di sapori che meriterebbero un oscar della cucina, dove anche il tipo di pane ha la sua particolarità al punto da esaltare il risultato finale e causare code e traffico da delirio.
Molds
Continua…..